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venerdì 29 dicembre 2023

Suffocation - Breeding The Spawn

#FOR FANS OF: Brutal/Techno Death
Brutal onslaught of death metal galore. This might be one of their best releases in their entire discography! They made some really original, unrelenting and pivotal songs ever. I cannot recall a Suffocation album being this likable. They really know what they're doing and they just did it, ABSOLUTELY! These guys knew how to pretty much invent brutal/technical death metal being an act of just enormous influence. Too many bands in the genre(s). They had some great vocals as well, it's not just the perfection in music, but yes the vocals are simply spell-binding. I can't recall listening to a death metal band like this and really liking the vocals.

The sound quality isn't the greatest though, otherwise this would be a top rating album. But it was way back when it was hard to get albums that were well produced. I think I'm right in saying that. These guys not only tore it up here but the music was mesmerizing as well. Hardcore death metal galore. This album is one that's never to be duplicated. Their debut might've been a bit more likable but both are simply amazing. I like the riffs on here a lot of tremolo picking and down-picking as well! These guys know exactly how to construct songs that are just original as all hell. They just wipe out the competition!

The sound quality, as I said, wasn't the greatest of a recording production wise but it's still admirable. The music on here is just blazing! I like what they did here but, if the recording was more solid, then I would've given this a 100%. Great band, album and rupturing genre. They know what to do music wise and they also had great vocals. Only a few things that I'd change on here. But everything else as it was phenomenal. They did the genre justice in regard to setting the tone to the genre. And just talent as well as passion here.

I know the brigade of streaming music probably has this on Spotify and YouTube, but I urge you to get the CD. I was able to pick it up at a local record store (yes those still exist!). So it's up to you to support the music community and the band themselves. You don't get the same effect as would be doing as getting a physical copy to the album. It's worth it! Sad for all of you that don't even have a CD player! It's a great album and this band is still surviving to this day! Show some respect for the music community and purchase this CD!! I doubt you will dislike it! Own it, today! (Death8699)


(Roadrunner/Listenable Records - 1993/2023)
Score: 85

https://www.suffocationofficial.com/

giovedì 23 novembre 2023

Pale Forest - Exit Mould

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Gothic Rock
Questa giovane band metal guidata da una gentil donzella e proveniente dalla Norvegia, sbarcò sul mercato nel 1998 con 'Transformation Hymns', e un sound in pieno stile The Gathering, con cui peraltro fecero un tour europeo nel 2001. Purtroppo, questo terzo lp, 'Exit Mould', suona sostanzialmente inutile per il 99% degli amanti della scena metal. Pur comprendendo il desiderio di creare atmosfere uniche e decadenti, la band nordica si avvicinava pericolosamente alla musica pop (un po' come accadde anche ai Theatre of Tragedy), salvati solo dalla distorsione delle chitarre (non proprio metal, ma almeno un po' sporche). La voce di Kristin Fjellseth, pur affascinante e melodica, sarebbe più adatta a una funzione religiosa alla vigilia di Natale che a una band metal, cosi come i ritmi della batteria risultano poco incisivi e insoliti, troppo pompati (doppia cassa? boh!). La produzione è pulita (fin troppo, in effetti) e degna di un gruppo indie-rock, non di un gruppo metal, ma per favore... Ahimè, questo sembra essere il modus operandi di molti gruppi metal che cercano di deprimersi semplicemente rallentando e ammorbidendo il prorpio sound. Spero per l'integrità di coloro che ancora credono e sono fedeli alla parola METAL, di non sentir più parlare di questi Pale Forest (fortunatamente scomparsi nel 2011). Quindi 'Exit Mould' è consigliato esclusivamente a coloro che amano i The Gathering, gli altri si tengano lontani.

(Listenable Records - 2002)
Voto: 50

https://www.discogs.com/artist/401604-Pale-Forest

sabato 18 novembre 2023

Theory in Practice - Colonizing the Sun

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Techno Death
Sono molto contento di recensire il terzo full-length di questi svedesi, in quanto non credevo potessero migliorare quanto già proposto sul loro precedente e immenso 'The Armageddon Theories'. E invece ci sono riusciti alla grande, dando prova di enorme creatività e perizia tecnica. La musica, per chi non li conoscesse, è death metal, oserei dire “progressivo”, per intenderci, sulla scia di gente del calibro di Atheist, Nocturnus, Pestilence ma con un tocco di melodia in più, e lo si evince soprattutto in quest’ultimo 'Colonizing the Sun' (rimasto ultimo vagito della band per parecchi anni, prima dell'inatteso EP del 2017 'Crescendo Dezign'/ndr). I pezzi comunque si presentano assai complessi ed intricati, con a volte l’inserimento di tastiere in porzioni chiave dei brani. I Theory in Practice sono qui riusciti a costruire dei brani molto fluidi tanto da non rendere greve l’ascolto anche a chi non digerisce questo tipo di sonorità. La voce di Henrik Ohlsson si presenta come un ibrido growl e lancinante, quasi stridulo. Le song sono zeppe di colpi di scena, senza seguire un mood preciso. C’è da notare che quest’album è stato registrato negli studi della band e nulla è stato lasciato al caso, con una buona registrazione, degna dei migliori standard di registrazione. Quindi vi esorto ad andarvi a scovare questo lavoro, supportare i Theory in Practice, che furono in grado di portare una ventata d’aria nuova.

mercoledì 7 giugno 2023

Amaran - A World Depraved

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Power/Melo Death
Da Stoccolma…niente di nuovo. Gli Amaran sono una delle tante band di power death svedese. Buoni musicisti si, ma niente da apportare alla scena ormai satura. Alla voce (non corista, bensì lead vocal!) una tale Johanna De Pierre assoldata dalla mente degli Amaran e Kari che tutto sommato non stona troppo con il resto. Potrebbe essere anche un buon esperimento. Il fatto è che tutto è spompato; la voce non fa altro che accodarsi alla musica. Queste songs, in alcuni punti, mi ricordano gli Alas, pur ammettendo una differenza dal punto di vista tecnico e vocale. Appunto, in 'A World Depraved' la base musicale è composta da un death metal dove prevalgono trame di chitarra abbastanza melodiche e ben arrangiate. Forse sono un po’ secche per quanto riguarda il suono, anche nelle parti pulite. Il basso in compenso è molto più pompato sia nelle parti pulite che distorte (vedi traccia sei, "Imperfect"). Buona anche la batteria, ben suonata e varia; sempre presente anche nelle parti più mosce, è quella che alla fine tiene in piedi la baracca. In conclusione, per quanto tecnicamente capaci e fantasiosi, ai nostri Amaran, manca quel tocco di cattiveria, di rabbia che potrebbe esprimere meglio i loro concepts.

giovedì 25 maggio 2023

Mutant - The Aeonic Majesty

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black/Death
I Mutant erano un gruppo composto da alcuni membri dei Theory in Practice (fautori di un death tecnico). Nonostante queste premess, all’interno di 'The Aeonic Majesty' non si trova alcun riferimento musicale ai T.I.P. L’album in sé è molto violento con anche pezzi veloci ma mai confusi, questo è dovuto a una registrazione ottima oltre che a una tecnica individuale altrettanto eccellente. Il gruppo svedese ha messo in atto un black-death con tastiere a volte riconducibile agli Emperor (ultimo periodo) e con una profusione di note impressionante che nell’insieme creano un buon impasto sonoro. Tutto in 'The Aeonic Majesty' è ben coeso, a partire da una voce black stridula e mai predominante, per arrivare a tastiere di stampo sinfoniche mai spropositate. Un buon esordio, ahimè rimasto tale.

martedì 8 novembre 2022

Deranged - S/t

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Brutal Death
Una malsana ventata di aria infetta, satura di miasmi cadaverici: ecco cosa si sprigiona dal lavoro di questa band scandinava incondizionatamente votata al brutal death. Un assalto spietato, letale. I Deranged hanno ormai accumulato parecchia esperienza in questi anni di attività. Ciò ha permesso loro di affinare le armi. Non crediate si tratti di un album dozzinale: vi basterà ascoltare il gran lavoro di chitarre nella opener "Flesh Rebel" per convincervene. È una cascata di violenza sonora quella che i nostri ci rovesciano addosso, interrotta appena da una curiosa traccia intitolata "La Orgia de Los Muertos", che vi riporterà alla mente una scena di 'Full Metal Jacket'. I suoni su questo cd sono semplicemente eccezionali. Non esito ad affermare che i Deranged siano riusciti a superare - e di molto - i Cannibal Corpse di 'Bloodthirst', confezionando un'opera crudele, morbosa, suggestiva.

(Listenable Records - 2001)
Voto: 74

https://listenable-records.bandcamp.com/album/deranged

martedì 27 settembre 2022

Soilwork - The Chainheart Machine

#FOR FANS OF: Melo Death
I know it's a little much to give this album a perfect score, but I can't say anything except positive things about it. However, I may be biased because melodic death metal is my favorite genre in metal. They seem to fall under this category early on in their career changing some over the years. But this album is a landmark release from these Swedish metallers. A good follow-up release dominating over 'Steelbath Suicide' and my all-time favorite Soilwork album in their entire discography. The energy is full throttle throughout the whole album. There wasn't a song on there that I disliked.

The title-track, "Neon Rebels", "Millionflame" and "Spirits of the Future Sun" are my favorites. They tune their guitars down to B I believe, and they're fast the whole way through. The energy is rampant. How these guys put forth such an effort on here is amazing. The energy they have and the original riffs. Blast! What a wild guitar extravaganza in these songs just shining in metal glory. Their later releases don't compare to this one maybe a close call is 'A Predator's Portrait'. That's about it, I see this release as flawless. The vocals compliment the guitar whole handedly. There were really no clean vocals at all!

The only thing that was not that substantial was the length of the album. It clocked in about 40+ minutes. I would've had liked to hear more length or more songs on here. It still reigns supreme in terms of originality, precision and uncompromising energy. These guys just suffered a loss in David but he was not featured on here as he joined the band I believe in 2012. What a tragedy, though. I'm surprised that the average scores on here was at 79%. I always liked this album the most but the critics are the way they are, even in my text here. However, I felt that this was a pinnacle release by the band.

I ordered this CD to show further support for the band and music in extreme metal altogether. Soilwork has so many peaks and valleys in their discography I'll always view 'A Chainheart Machine' as their best. The music, the vocals, the leads, and overall sound met perfection. You can doubt me well just listen to the album. The riffs, leads and vocals are sublime. I'm glad that this is a part of my collection. Old Soilwork is dead, long live old Soilwork! Pick this up a physical copy don't just cheap out and stream it. It's a critical time for the band, they just lost a brother, show them gratitude! (Death8699)

(Listenable Records - 2000)
Score: 90

https://www.soilwork.org/

martedì 26 luglio 2022

Centurian - Liber ZarZax

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Death Metal, Deicide
Cosa si propongono gli olandesi Centurian? Di rammentarci che la spada di Damocle dello sterminio di massa è sempre sospesa su di noi? O si tratta semplicemente dell'ennesima allegra brigata in vena di caciara? A giudicare da titoli come "Fornicating the Nazarene", la seconda ipotesi parrebbe la più plausibile. Ma soprassediamo. Rammentate il primo Lp dei Deicide e 'Cross the Styx' dei Sinister? Bene, l'assalto sonoro dei Centurian può essere accostato a quei precedenti illustri. 'Liber ZarZax' è un album che prende alla gola. Si soffre, e molto, prima di vederne la fine. Undici canzoni, undici inesorabili vangate. La voce, bassa e gutturale, ci riporta alle veglie intorno al fuoco nelle caverne del paleolitico. Laceranti assoli di chitarra aggiungono un tocco ulteriore di follia al quadro d'insieme. Quanto ai testi: "Colosseum of Blood" tratta del medesimo argomento di "Lion's Den" dei Morbid Angel (da 'Covenant'): se allora David Vincent ruggiva "Kill them all! Kill them all for slander and mute their ways!" qui si legge "Kill them all! Shed their blood. Kill them! The flesh must fall". In entrambi i casi, quel "them" è riferito ai cristiani votati al martirio nelle arene della Roma dei Cesari. Le litanie apocalittiche di "Heading for Holocaust" risultano persino commoventi: solo un inguaribile ottimista potrebbe ancora sperare nella fine del mondo. Per concludere, l'album dei Centurian va affrontato alla stregua di un'esperienza penitenziale: con stoicismo.

(Listenable Records - 2001)
Voto: 60

https://www.facebook.com/Centurian333

domenica 10 ottobre 2021

Acheron - Kult des Hasses

#FOR FANS OF: Black/Death
This album is quite diverse, though it seems to be all over the place with different tempos. The recording quality was good, just the songs don't really lead to anywhere. A lot of lead guitar work and likable vocals, just the guitars could've been a little better (to me). I just felt that the changes really make the album off-kilter. It was brutal as hell and a long album, but I'm sure they've come out with better music in the past then leaving the scene after this one was released. Definitely an original release, just should've done better. When I say "better", I mean more consistent in the songwriting capabilities.

The guitars (main) were heavy as hell, but just too many leads for me to like. I felt the death/black metal vibe was there though it should've been more consistent in terms of the music. Way too many leads as I say. The album was about 60 minutes in length but I didn't find it to be interesting or anything new that I've already heard before from other bands. They needed something more original and should've left the metal scene on a better note. There were good riffs here and there though it just should've been consistent. What's wrong with the leads are that they just weren't well orchestrated.

I liked the production quality immensely. It amplified everything and made the album sound like they were doing justice for the metal community even though their songwriting on here wasn't the greatest. I give them a "C" because the album wasn't that poor. I just thought that a lot of mistakes made in their genre. They should've been more concise say like Blood of the Wolf is in their songwriting. But not every band is going to be the same, it could be the same genre, but different approach. I liked only 75% of the songs. It just wasn't consistent enough, so hence the average rating.

I would say "caveat emptor" for this one. It's not a disgrace, just not my favorite death/black metal release. I would say to download it first before you take a listen to it. It's probably better to stick with their previous albums because they may make it to be more consistent in musical structure and better riff-writing. As I say, it isn't a complete failure it's just that they should of closed out with a better punch to pack to their fans. I wouldn't call myself a "fan" I'd more aptly say a critic than more than anything else. I'm sure while they were active, they put together better material than this. I caution you... (Death8699)


venerdì 4 giugno 2021

Obituary - The End Complete

#FOR FANS OF: Death Old School
I like this album for many reasons. First, it's brutal and original. Secondly, no one has this type of sound on the guitars in metal except them. And thirdly, John Tardy's vocals are like no other. So on many accounts Obituary is a Floridian based original death metal act. The album here is dark and grim the atmosphere is quite intriguing as it's pretty dark. They have some good songs on here, I don't care what anyone says. They're unique and still getting established in the death metal world. This is what their 3rd LP and they're kicking major ass.

The guitars are riff-tastic and the leads are somewhat technical, not as much as with James Murphy on 'Cause of Death'. But still, the music and production are spectacular. I like the fact that this album is pretty slow. Don't know why people termed this album as being "lame." I thought it was a great effort by the band making original sounding music. I liked it the whole way through here. The drums kicked ass as well! The aggression is there too. No need to waiver for which Obituary is the best, just put on 'The End Complete' and you have an avenue that covers all aspects of death metal.

I think that the mixing was good as well! Everything about this album I like. I like the vibe. It definitely is an album to lift weights to in the background. It's got that much electric feel to it. I cannot believe people really thought ill of this album. I don't care I think the Tardy brothers and rest of the band did the death metal community justice with this album. Being that it was a follow-up for a hard album to top, but they came out with riffs that were fresh and music that was ultimately brutal. The guitars and vocals are what I like the most about Obituary. They really are unique from all respects.

I would venture to say here that because I'm biased and grew up on Obituary in the death metal scene that I say buy the LP. You'll get a kick out of it's originality and innovative guitar riffs. The production does it justice too. I think that they did a great job on here. I wouldn't ever say to play this album to go to sleep to even though at times it is slow but too brutal to get shut-eye to. It's just interesting to hear the music just flow. The riffs by the guitarists Trevor and Allen did a good job in creating amazing music that I should be playing more often. Definitely a kick ass release with all the way into the end you'll love 'The End Complete'! (Death8699)


(R/C Records/Listenable Records - 1992/2021)
Score: 85

https://www.obituary.cc/

domenica 30 maggio 2021

Gojira - From Mars to Sirius

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Groove Death, Meshuggah
In un periodo in cui c'è attesa per la recensione del neo arrivato 'Fortitude' in casa Gojira, noi andiamo controtendenza andando a ripescare le parole del vecchio 'From Mars to Sirius', terzo lavoro per la band francese, fuori per la Listenable Records nel 2005. Dopo il pesantissimo 'The Link' del 2003, ecco arrivare un disco assai ambizioso, per portare una ventata di freschezza in un panorama death metal all'epoca un po’ stantio. E direi che i Gojira riescono quasi nell’impresa di far uscire un piccolo gioiellino: un cocktail di sonorità che pescano qua e là dal repertorio di Devin Townsend, Fear Factory, Meshuggah e Darkane, aggiungendo alla fine un discreto tocco di personalità. Il platter che ne viene fuori, risulta essere una bella bomba ad orologeria pronta ad esplodere nel vostro stereo. I pezzi sono tutti belli incazzati con ritmiche debordanti, grazie anche ad una batteria martellante, su cui s’impiantano chunky riff e arrangiamenti groovy. I Gojira sono dei maestri nel creare un muro sonoro impenetrabile: "Where Dragons Dwell" ne è una testimonianza palese, in cui una colata lavica di riff pesantissimi creano un'atmosfera asfissiante. La successiva "The Heaviest Matter of the Universe" sembra parafrasare lo stile musicale del quartetto francese, quasi che sia realmente la materia più pesante dell’universo; in questo brano poi all’influenza palese dei Fear Factory si affiancano echi di Morbid Angel e addirittura degli Arcturus. Penserete che sia un pazzo, però vi garantisco la genuinità e la genialità, in alcuni suoi passaggi, di quest'album e di una band pronta a fare (che farà) il grande salto di qualità. E ancora: "Flying Whales" parte molto atmosferica per poi incanalarsi su un un mid tempo ossessivo, quasi ipnotico. Altre songs da segnalarvi: la straripante "Backbone" e le alternative "World to Come" e "Global Warming". Ragazzi, cos’altro dire, quest’album mi è piaciuto parecchio, nonostante i primi ascolti si siano rivelati di difficile lettura, d’altro canto la proposta dei Gojira non è poi cosa semplice d’affrontare. Estremi, ma con gusto. (Francesco Scarci)

(Listenable Records - 2005)
Voto: 75

https://www.facebook.com/GojiraMusic

domenica 20 settembre 2020

The Legion - Revocation

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Black/Death, Sarcasm
Questo è uno di quegli album che non so mai come recensire e valutare. Trattasi di un furioso death/black metal in pieno swedish style, con chitarre ronzanti, ritmiche assassine e vocals infernali, che tributa pesantemente ad act quali Dark Funeral e Marduk. La cosa positiva, ed è forse per questo che il mio giudizio risulterà sufficiente, è la presenza di chitarre (rare, non preoccupatevi) che tessono linee melodiche, che perdurano per l’intera durata di un brano, in grado di proiettarmi indietro di quasi 25 anni quando, ancora giovinetto, acquistai tramite una ‘zine padovana, il demo di un gruppo svedese, tali Sarcasm, che stravolse enormemente i miei gusti musicali. Tutto questo giro di parole, per farvi capire che i nostri non inventano nulla d’innovativo, però la musica che suonano, pur essendo un inno selvaggio alla fiamma nera, sicuramente non deluderà i fan più intransigenti del genere. Tecnica, ferocia, malvagità pura, schegge impazzite di death-black si fondono perfettamente a costituire il classico cd senza fronzoli “Made in Sweden”. Per chi non ama il genere, un consiglio spassionato: lasciate perdere, là fuori ci sono gruppi in grado di darvi maggiori emozioni, ma se proprio avete bisogno di una colonna sonora per il vostro party satanico, beh sicuramente questi Legion faranno al caso vostro. (Francesco Scarci)

giovedì 3 settembre 2020

Submission - Failure to Perfection

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Death/Thrash
New sensations dalla Danimarca? No, direi di no visto che il quintetto di Esbjerg si è ormai sciolto nel 2010 ma al tempo di questo esordio nel 2006, la band scandinava si presentava al grande pubblico con aspettative molto alte, sebbene un genere troppo inflazionato, qual era e qual è ancora oggi il death/thrash, che qui parecchio s’ispirava a In Flames e ad altre entità scandinave. Voci growl e clean vocals si alternano infatti armoniosamente, galoppate death thrash si rincorrono e s’incrociano a brutali linee di chitarra e stop’n go alla Meshuggah. Per finire, ritmiche mozzafiato e chorus accattivanti, completano il quadro di questo 'Failure to Perfection', primo di due lavori per i nostri. Un album niente male, combustibile ideale per incendiare le nostre orecchie, che purtroppo ha ben poco da dire di originale. Ed è un vero peccato, perchè la band, sebbene la giovane età, non sarebbe stata malaccio, però non me la sento assolutamente di pompare un album dal mosh frenetico che potrebbe essere facilmente accostabile ad altri mille nomi della scena metal. Un minimo di originalità è pur sempre richiesto, altrimenti alla fine dell’anno mi ritrovo ad aver recensito centinaia di dischi tutti uguali. (Francesco Scarci)

(Listenable Records - 2006)
Voto: 64

https://www.metal-archives.com/bands/Submission/22390

domenica 19 luglio 2020

Mors Principium Est - Inhumanity

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Melo Death, Children of Bodom, Insomnium
Quando uscì questo 'Inhumanity' nel 2003, devo ammettere che mi piacque parecchio, per quelle sue linee melodiche, quella sua freschezza di fondo, gli ottimi assoli e la sua grinta propositiva che mi spinsero ad elogiare a più riprese la proposta di questi sei ragazzi finlandesi. Il disco per quel suo successo nell'underground, venne riproposto nel 2006, ma mettiamo subito in chiaro le cose a proposito di questa ristampa: i contenuti non variano granché rispetto all’originale e non so quanto valga la pena per chi possiede già il disco, ricercarne la seconda edizione, in quanto rispetto alla prima, in aggiunta vi è una versione più space/techno oriented della sesta traccia, “The Lust Called Knowledge” e due brani dal vivo, oltre ad una nuova cover artwork, comunque poco per giustificarne l’acquisto. Comunque sia, per chi non conoscesse la band, ne consiglio vivamente l’ascolto, suggerimento indirizzato a chi è stanco dei Children of Bodom, ma anche per chi ama il death metal melodico in ogni sua forma. Il sound proposto dal sestetto finnico va oltre a quello dei “Figli di Bodom”, amalgamando nel proprio stile anche qualche reminiscenza di scuola In Flames e Dark Tranquillity. Brani come “Another Creations”, “Eternity’s Child” o la stessa title track, hanno saputo conquistarmi fin da subito, con la loro estrema dinamicità e per quel forte desiderio di volersi staccare di dosso l’etichetta di gruppo clone dei Bodom. I Mors Principium Est sono bravissimi nel generare melodie di facile presa, nonostante le montagne di riff aggressivi e le ritmiche serrate profuse, però grazie al fantastico lavoro delle tastiere e alla fine cesellatura delle chitarre, la band risulta essere estremamente accattivante e originale. Se siete amanti di queste sonorità andate a ripescarvi assolutamente questo lavoro. (Francesco Scarci)

(Listenable Records - 2006)
Voto: 77

http://www.morsprincipiumest.com/

martedì 30 giugno 2020

Lyzanxia - Unsu

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Thrash/Death, Soilwork
Mettiamo a ferro e fuoco il mondo, da sempre questo è il motto della storica band francese dei Lyzanxia, che dopo il feroce 'Mindcrimes' del 2002, che ottenne riscontri di critica positivi in tutto il pianeta, tornò a far male con questo lavoro dal titolo insolito ed enigmatico, 'Unsu'. Era il 2006 e avvalendosi sempre del bravissimo Fredrik Nordstrom alla consolle (In Flames, The Haunted) presso i Fredman Studios, i francesini tornavano a minacciare il genere umano con le loro dodici energiche tracce. Le songs qui incluse hanno infatti un unico comune denominatore: dei fantastici (anche se talvolta un po’ ripetitivi e statici) riffs di chitarra, che da soli valgono l’acquisto di 'Unsu', ad opera di David e Franck Potvin, i fratelli che oltre a dividersi la scena chitarristica, rappresentano anche gli eccellenti vocalist della band, l’uno in formato clean/scream, l’altro in growl. Questo quarto album spacca veramente i culi, unendo a quello swedish death che contraddistingue la band transalpina fin dagli esordi, un groove thrash in grado di bilanciare potenza e melodia. Ritmiche furibonde, stillati tastieristici, assoli taglienti e bellissime vocals caratterizzano uno dei lavori più sorprendenti della discografia della band di Angers, creando, a detta della band, un mondo ossessivo in cui bellezza e terrore convivono, uniti da un’incomparabile tecnica e da un approccio sì brutale, ma melodico. E la testimonianza di ciò, è la bellissima quinta traccia “Strenght Core”, summa di tutto ciò che erano i Lyzanxia a quel tempo: una band capace di stupirci per la loro aggressività ma anche per la bravura nel trasmetterci forti emozioni a suggellare l’enorme capacità tecnico-compositiva del quartetto francese. In 'Unsu' non ho sentito nulla fuori posto, è un album curato nei minimi dettagli, che non può prendere di più, in termini valutativi, semplicemente perché non inventa nulla di nuovo, ma che di sicuro potrà conquistarvi per il sempice fatto che è davvero piacevole da ascoltare (stupenda anche l’etnica title track), ideale per un pogo infuocato, ed eccellente da tenere in auto al massimo volume. 'Unsu', la colonna sonora ideale per mettere a ferro e fuoco il mondo. Notevoli, peccato solo che se ne siano perse le tracce dal 2010. (Francesco Scarci)

(Listenable Records - 2006)
Voto: 80

http://www.lyzanxia.com/

martedì 1 maggio 2018

Hacride - Amoeba

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Death/Thrash Progressive, Meshuggah
'Deviant Current Signal' è stato il debut album dei transalpini Hacride, esempio eclatante di come fosse ancora possibile suonare death thrash senza essere assolutamente banali. Già con il loro album d'esordio, si erano rivelati band dall’enorme fantasia compositiva e dalle spiccate doti tecniche. 'Amoeba', il loro secondo lavoro del 2007, non fece altro che consolidare le certezze acquisite da quel primo lavoro, e proiettare il quartetto francese nell’olimpo delle band dedite a questo genere di sound, affiancando i maestri di sempre Meshuggah, ed esplorando inoltre territori cibernetici (Fear Factory docet) e, udite udite, grazie alla collaborazione con la band di flamenco, Ojos de Brujo, proporre anche una cover di folle “death flamencato”; esperimento quanto mai riuscito, pur ammettendo una certa diffidenza iniziale. Come sempre il punto di partenza della band è il death/hardcore dalle ritmiche sincopate, ricco di stop’n go, in cui s’insinuano frangenti acustici, sfuriate brutal, ambientazioni industriali e passaggi in cui un sound, carico di groove, ha la meglio sulla nostra psiche, e, impossessandosi dei nostri corpi, ci impedisce di stare fermi. Dieci tracce che ci schiacciano come piccole formiche, dieci tracce che fanno saltare come pazzi furiosi. Il vocalist, Samuel Bourreau, prende spunto dai vocalizzi del suo esimio collega svedese, cercando spesso di travalicare gli schemi, proprio come accade in “Zambra”, la cover a cui accennavo precedentemente, in cui canta addirittura in stile ska. L’intero disco, nonostante la sua monoliticità, viaggia su questi binari, regalandoci perle assai interessanti di un death/thrash futuristico per quegli anni. Da sottolineare l’ottima parte centrale del disco che si conclude con la graffiante “On the Threshold of Death”, brano che ci consegna una band matura e consapevole delle proprie potenzialità. Un’eccellente produzione, presso “L’Autre Studio”, chiude un disco dalle enormi capacità distruttive. Gli Hacride, pionieri del death del futuro? Credo proprio di si. (Francesco Scarci)

martedì 26 settembre 2017

Non Human Level - S/t

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Death/Thrash, Darkane
Attenzione, questo album è una bomba, maneggiare con cura!!!! Dovrebbe sicuramente riportare queste indicazioni la custodia esterna di questo cd, che per chi non lo sapesse rappresenta il side project di Christofer Malmström, chitarrista dei Darkane. Il cui presente cd racchiude infatti, le idee mai espresse da Christofer fin dal debutto del ’99 della sua band madre. Così, accompagnato dall’ex bassista dei Meshuggah, Gustaf Hielm, dal suo fido compagno nei Darkane, Peter Wildöer (alla voce) e dal batterista della band di Devin Townsend, Ryan Van Poederooyen, Christofer ha dato vita al progetto Non Human Level, dal titolo di una canzone della sua band precedente, gli Agregator. I quattro baldi ragazzoni suonano un’esplosiva miscela di death/thrash con chiare influenze di matrice scandinava unita al dinamitardo thrash stile Bay Area e ad un certo techno death “made in Florida” (Death e Atheist vi dicono nulla?). Questo album si abbatte sulle nostre teste come una scure affilata, maciullandoci le ossa e spingendoci all’headbanging più frenetico, ma allo stesso tempo, è anche in grado di stupirci con trovate sorprendenti come l’utilizzo di un organo da chiesa in “Istincts”o il riarrangiamento di una tipica ballata folk svedese in versione metal o ancora, con intermezzi di chitarra acustica. Ma ciò che vi balzerà immediatamente alle orecchie, così come è accaduto al sottoscritto, è l’eccellente livello tecnico-stilistico dei musicisti, udibile soprattutto nelle debordanti ritmiche e nei talentuosi guitar solos, a cura dello stesso Christofer, responsabile, tra le altre cose, anche dell’eccellente produzione presso i Not Quite Studios di Helsingborg. Bravi e decisamente intensi, i Non Human Level sicuramente potranno piacere ad una vasta schiera di metallari, da quelli più intransigenti, legati al puro death agli amanti delle contaminazioni, fino ad arrivare ai fans più legati ad Iron Maiden ma anche Dream Theater. Ragazzi non esitate un solo secondo nell’ascoltare quello che è stato l'unico lavoro di musicisti che sanno sicuramente il fatto loro. Sorprendenti, brutali, melodici, veloci, ultra tecnici ed emozionanti, questi sono i Non Human Level. (Francesco Scarci)

venerdì 8 luglio 2011

Hacride - Deviant Current Signal

#PER CHI AMA: Djent, Techno Death Progressive, Meshuggah, Cynic
Se oggi il djent esiste, non lo si deve solo ai Meshuggah, ma anche ai francesi Hacride, perciò ragazzi fermi tutti, se non avete questo album, tirate fuori i vostri taccuini e annotatevi assolutamente questo titolo. Quelli della Listenable Records, da sempre, vedono lontano e cosi dopo aver scoperto in passato Soilwork, Theory in Practice, Scarve e molti altri, ecco scovare nel proprio paese, anche gli Hacride. Era il 2005 e il combo transalpino, al debutto discografico, poteva essere additato erroneamente, come una clone band dei ben più famosi colleghi svedesi, ma ascoltando “Deviant Current Signal”, rimarrete folgorati anche voi dalla fantasia e della tecnica degli Hacride. Le otto tracce incluse vi coinvolgeranno con soluzioni quanto mai inusuali e innovative per il genere: la base di partenza è chiaramente il thrash/death preso a piene mani dagli insegnamenti dei costantemente citati maestri Meshuggah, con stop’n go, passaggi ipnotici, ritmiche serrate e le urla sempre molto simili al singer della band svedese. Ma poi, quando meno te lo aspetti, ecco uscire il coniglio bianco dal cilindro: in “This place”, la canzone più bella del lotto, troviamo passaggi atmosferici, orientaleggianti e un uso tribale della batteria; un folle sassofono si prende la scena in “Protect”, dove un fantastico basso (ispirato a Steve Di Giorgio) ricama insieme alle chitarre e alla batteria, una ritmica fenomenale. Ottimi assoli, sfuriate death, influenze alternative (alla Strapping Young Lad), ispirazione ai pazzi Mike Patton e Steve Coleman, rendono questo lavoro un ottimo lavoro, da avere assolutamente nella vostra collezione di cd. Un’eccellente produzione completa poi il quadro generale del debut dei francesi Hacride, un nome che presto sarebbe entrato nel firmamento delle grandi band heavy metal con altri 2 fantastici album... Geniali! (Francesco Scarci)

(Listenable Records)
Voto: 85