Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Empire Records. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Empire Records. Mostra tutti i post

sabato 24 settembre 2022

Abused Majesty - Serpenthrone

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Symph Black
Pensavo fossero rimasti i soli Dimmu Borgir al mondo a proporre black sinfonico, invece scopro che in Polonia c’è un’altra band che segue le orme di Shagrath e compagni, con risultati ahimé non altrettanto eccellenti. La release in questione risale al 2004, quando uscì per la Empire Records e l’anno seguente l’Adipocere Records ne acquisì la licenza per rilasciarla in Europa e Nord America. Da più parti considerati come gli eredi degli Emperor, per la loro capacità di unire il black più intransigente con la melodia e le parti atmosferiche, per me non sono altro che un discreto gruppo che non ha inventato nulla di nuovo. I nostri se la cavano degnamente nell’assemblare il black/thrash stile Old Man’s Child con il sound sinfonico dei Dimmu Borgir, grazie a piacevoli inserti tastieristici e a chitarre talvolta ispirate. 'Serpenthrone' è ad ogni modo un album fiero e selvaggio, dove s'incontrano la brutalità del death metal con la malvagità del black. Le violente ritmiche spazzano via con la loro furia ogni cosa incontrino sul proprio cammino, i riffs elaborano complesse strutture musicali, forse vero punto di forza di questo disco, perchè consentono di mantenere la concentrazione costante, durante l’intero ascolto del cd. I pezzi alla fine però, tendono ad assomigliarsi un po’ tutti, anche se notevole è l’impegno da parte della band di ricercare intermezzi dal feeling oscuro, capaci di spezzare il ritmo incessante creato dalla ritmica martellante. Da copione infine, il solito duetto tra la voce scream e il cantato growl. Interessanti le liriche, basate su una vecchia leggenda slava di un mitico re dei serpenti, il tutto ispirato agli antichi racconti della tribù della Regina Lechits, racchiuse nel libro 'The Tome of Ashes'. Peccato che alla fine, l’album puzzi di già sentito, altrimenti mezzo punto in più l’avrebbe forse meritato. Per i soli nostalgici di Emperor e Limbonic Art, ascoltate questo disco! (Francesco Scarci)

(Empire Records/Adipocere Records - 2004/2005)
Voto: 65

https://www.facebook.com/abusedmajesty

lunedì 12 ottobre 2020

Vesania - God the Lux

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Death/Black, Emperor
I Vesania sono nati nel 1997 come side project di Orion (Behemoth), Heinrich (ex Decapitated) e Daray (ex Vader) a cui si aggiunsero poi Annahvahr e Hatrah (poi fatti fuori) e infine nel 2000, Siegmar (ex Hesperus). Un po’ di cronistoria per dire che di gavetta i nostri ne hanno fatta, tra promo e diversi concerti in giro per la Polonia, dai quali scaturisce nel 2003, il loro debutto 'Firefrost Arcanum', un black metal tastieristico sulla scia dei primi lavori degli Emperor, mentre nel 2005 esce questo 'God the Lux'. L’album non è male, muovendosi come in passato, su coordinate stilistiche vicine a Samoth e soci, ma con una forte componente death aggiuntiva. Le atmosferiche tastiere si miscelano infatti alla perfezione con la furia death metal di “americana” derivazione: “Synchroscheme” e la successiva “Phosphorror”, forse i brani migliori dell’album, possono ricordare vagamente quanto proposto dai Dimmu Borgir; si tratta infatti, di un feroce symphonic black/death metal sulla scia di quanto fatto da Shagrath e compagni. A me 'God the Lux' piace per quel suo feeling maligno, per quel suo alternare death metal con partiture sinfoniche, mi piace per l’alone di mistero e inquietudine che le sue tastiere riescono a infondere. Le liriche poi, messe insieme da Orion, trattano citazioni di R. Bach, A. Crowley e alcuni anonimi autori medioevali. Alla fine i Vesania non aggiungono nulla di nuovo all’orizzonte, ma suonano bene e con passione, quindi perchè non dargli un ascolto, secondo me non ne resterete scontenti. (Francesco Scarci)

(Empire Records - 2005)
Voto: 70

https://www.facebook.com/VesaniaOfficial

giovedì 9 giugno 2011

Blindead - Devouring Weakness

#PER CHI AMA: Sludge, Isis, Neurosis, Cult of Luna
Andiamo a scoprire, quello che fu il debutto discografico di una delle più interessanti realtà polacche nell'ambito sludge doom. Dopo gli ottimi insegnamenti di Neurosis, Isis, Pelican e Cult of Luna, tanto per citarne solo alcuni, il 2006 segna l'esordio, sulla lunga distanza, dei polacchi Blindead. In circolazione già dal 1999 e con tre demo all’attivo, rilasciano per la connazionale Empire Records questo “Devouring Weakness”. Sei lunghi brani per un totale di 44 minuti di suoni angoscianti, pachidermici, asfissianti, in cui è il quel senso di vuoto incolmabile, che caratterizza questo genere, a prevalere inevitabilmente al termine dell’ascolto dell'ascolto. Solo i titoli dei pezzi sono indicativi per ciò che riguarda i contenuti, sia emotivi che lirici, delle sei tracce qui comprese: suicidio, desolazione, senso di sconforto e depressione sono infatti alcuni dei temi trattati all’interno di “Devouring Weakness”. Le tracce, tutte molto simili tra loro, sono contraddistinte da pesanti riffs di chitarra, sui quali si stagliano le vocals gutturali di Nick, molto simile, per alcuni versi, al suo collega ben più famoso dei Cult of Luna, anche nella sua versione più intimista e riflessiva. Anche il sound si può avvicinare a quello della band svedese, la differenza risiede nella classe dei master scandinavi, nel costruire brani più articolati e atmosferici. I Blindead, da questo punto di vista, sono ancora un po’ acerbi e lontani anni luce, dai gruppi succitati. Però, se siete amanti di questo genere di sonorità, così malate, marziali, ripetitive, oscure e suicide, un ascolto è caldamente consigliato, nonostante il mio voto si sia mantenuto così basso. Di sicuro gli album successivi dei Blindead mi hanno dato ragione e mostrato quale caratura tecnica risiede nelle corde di questo eccitante combo polacco. (Francesco Scarci)

(Empire Records)
Voto: 65