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domenica 2 settembre 2012

Sleepmakeswaves - ... And so We Destroyed Everything

#PER CHI AMA: Post Rock strumentale
È ricominciata a pieno ritmo la stagione delle recensioni (le mie, il Franz non si è mai fermato) e come non iniziare con del buon post rock strumentale dall' Australia? Allora prendiamo quattro bei ragazzotti di Sidney, chitarre-basso-batteria-computer e tanto delay, mescoliamo e otteniamo gli Sleep-Makes-Waves. La prima canzone "To You They are Birds, to Me They are Voices in the Forest" ha un'eccezionale apertura epica che ad una prima impressione si stacca dal classic post rock, ma la successiva entrata della chitarra solista ci riporta a sonorità conosciute, ma allo stesso tempo innovative. Una track che regala spazio e respiro, nonostante la mancanza di un testo, si riesce ad immaginare un inno alla natura suonato all'ombra di grandi alberi in una sconfinata foresta. Otto minuti ben strutturati, con diversi cambi di ritmo e melodia. Bel colpo. "Our Time is Short but Your Watch is Slow" inizia con dei synth/chitarra molto alla Sigur Ros che si uniscono ad un loop ritmico, come a dimostrare che la tecnologia e la natura possono in qualche modo coesistere. Almeno nella musica. La track che prediligo è "A Gaze Blan and Pitiless as the Sun" perché riesce a fondere aggressività e delicatezza come poche volte ho potuto ascoltare. Infatti ritengo che il punto forte dei Sleep-Makes-Waves siano proprio gli arrangiamenti, mai banali e con un livello tecnico lodevole. La chitarra riesce a passare dal classico connubio delay-riverbero del genere ad uno stile più progressive con molta facilità. L'unico modo per non annoiare con una traccia da undici minuti? Unire molte linee melodiche differenti tra loro, che qualche gruppo avrebbe utilizzato per creare almeno tre canzoni differenti. Chiudiamo con l'ultima canzone che da il titolo a questo "...And so We Destroyed Everything"", intro di pianoforte minimalista e malinconico che lascia il passo ad un attacco chitarra-basso-batteria prorompente e intimidatorio. Poi tutto entra in un veloce vortice ritmico che passa da suoni puliti a distorti in rapida successione, dove la chitarra si ingrossa paurosamente verso i 4'12''. Meravigliosa. Un grande gruppo, questo perché gli Sleep-Makes-Waves si lasciano apprezzare per le piccole contaminazioni elettroniche che riescono a differenziarli da molti altri gruppi del genere, ma la verità è che la tecnica e la loro creatività musicale è sopra la media. Molto sopra, quindi teniamoli d'occhio. E speriamo tornino in Italia a breve. (Michele Montanari)

(The Birds’ Robe Records)
Voto: 75